Proprio nel momento in cui se ne ha maggiore bisogno perché non è indicato sottoporsi a dermopigmentazione? Parliamo di dermopigmentazione e cancro.
Qualche anno fa, una cara cliente si ammalò di tumore al pancreas. Fu sottoposta a continui cicli chemioterapici e radioterapia, insieme a cure biologiche. Purtroppo il tutto non le allungò la vita neanche di un giorno.
Quello che ricordo era il suo bisogno emotivo, manifestato con la cura di se stessa e del suo aspetto, di ripetersi che sarebbe guarita. Faceva di tutto per togliere dallo specchio quell’immagine malata e mantenere la sua immagine vitale.
Il trattamento di dermopigmentazione fu uno dei trattamenti, che mi chiese, ai quali purtroppo dovetti soprassedere in attesa di un periodo di miglioramento che non arrivò mai.
Come spiego nel mio libro, nel capitolo specifico dedicato al cancro, da pag 85, le terapie determinano una morte prematura delle cellule, per contrastare la velocità riproduttiva che, invece, hanno le cellule tumorali.
La dermopigmentazione coinvolge il sistema immunitario e i processi di cicatrizzazione e il pigmento deve permanere sulla superficie epidermica per un periodo di circa 1 anno.
Le due cose, terapia e dermopigmentazione, non solo hanno necessità opposte ma una determina un rischio per l’altra e per questo motivo si colloca nell’elenco delle controindicazioni.
La mancata accettazione del trattamento ha il solo scopo di proteggere la paziente da una condizione già difficile.
Posso affermare che questo è l’unico “No” che non vorrei mai dover rispondere.
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