Uomo, donna e capelli?

La caduta e la perdita irreversibile dei capelli è una questione che interessa tutti per il fatto che nessuno è immune.

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Di cosa sono fatti i capelli?

Nella struttura del capello sono contenute proteine, cheratina, acqua, lipidi, oligoelementi e melanina che ne conferisce il colore.
La cheratina è derivata dall’unione di aminoacidi ottenuti dalle carni bianche e rosse, dal pesce e da alcuni tipi di verdure.
Contribuiscono alla struttura del capello anche il ferro, lo zinco, il magnesio e il rame.

La fase embrionale del capello avviene all’interno del follicolo che contiene due tipologie di enzimi:

  1. P-450 aromatasi, enzima responsabile della conversione di testosterone (causa dell’alopecia) in estrone (causa della crescita). Questo enzima si trova in quantità prevalente nei follicoli occipitali.
  2. 5-alfa-reduttasi converte il testosterone in DHT. Questo è prevalentemente localizzato nell’area frontale.

Il motivo per cui nell’uomo la caduta dei capelli e maggiore e più evidente rispetto alla donna è determinato dal fatto che questi enzimi si trovano in percentuale fino a cinque volte maggiore nell’uomo.

Perché cadono?

Spiegare la loro struttura e composizione permette di comprendere che c’è una stretta relazione tra qualità dell’alimentazione, equilibrio psico-fisico, genetica e caduta dei capelli.

Vi spiego nel dettaglio:

  • ALIMENTAZIONE. Grazie ad una sana ed equilibrata alimentazione introduciamo nel nostro corpo le sostanze necessarie a garantire una buona qualità dei nostri capelli. Diete drastiche o ricche di grassi contribuiscono in modo determinante ad alterare questo equilibrio e favorire squilibri ormonali. Il risultato certo sarà tra le tante cose la perdita dei capelli.
  • EQUILIBRIO PSICO-FISICO. Il nostro cervello funziona grazie all’equilibrio di elementi come ferro, magnesio, potassio rame, zinco e altri. Lo stress agisce direttamente su questi elementi interferendo direttamente sul metabolismo cellulare. Come risultato la pelle comincia a presentare alterazioni funzionali e con essa anche il cuoio capelluto e come ultimo i capelli. Una graduale necrosi precoce delle cellule epiteliali insieme a quelle contenute nel bulbo pilifero. In casi di depressione grave, dove l’equilibrio psicologico è seriamente compromesso può verificarsi l’alopecia areata.
    GENETICA. Fattori ereditari e costituzionali possono essere determinanti nel verificarsi di una patologia, compresa l’alopecia androgenetica o la struttura sottile e diradata dei capelli.

Come spiegato, tutti questi aspetti contribuiscono o a volte determinano la caduta temporanea o permanente dei capelli.

I rimedi sono gli stessi sia per l’uomo che per la donna?

La risposta è Si.

  • Il primo passo resta sempre una visita specialistica durante la quale può anche essere necessario l’intervento del medico dermatologo. Mi avvalgo spesso del suo parere per permettere all’utente finale di trarre il massimo vantaggio nel più breve tempo possibile e inoltre intervenire in tempi rapidi permette nella maggior parte dei casi di arrestare la caduta e recuperare le unità follicolari perse finché non si cicatrizza il follicolo.
  • Il secondo passo è la biostimolazione. Riequilibra la funzionalità di cute e capelli, ridona vigore al capello stesso, arresta la crescita e stimola la produzione di nuovi follicoli.
    Un ciclo di 6 sedute, spalmate più o meno in 6 mesi per ottenere risultati apprezzabili e delle sedute di richiamo periodiche per contrastare i processi interni.
  • il terzo passo, che a volte potrebbe anche rivelarsi il secondo, è la tricopigmentazione.

Sia per l’uomo che per la donna, nei casi più gravi in cui la condizione di diradamento o addirittura calvizie è stabilizzata e irreversibile, la tricopigmentazione diventa la soluzione più valida, economicamente accessibile a tutti e soddisfacente rispetto all’autotrapianto.

Le sedute per un primo trattamento sono 3 in un mese. Il costo varia da 300 a 500 euro a seduta. Il trattamento si ripete mediamente una volta all’anno. Se si decide di non ripeterlo questo andrà via gradualmente e definitivamente.

La reversibilità del trattamento a parte essere di beneficio per il soggetto sottoposto alla tricopigmentazione è anche una condizione fondamentale per l’esercizio della tecnica imposto dal Ministero della Salute che regola certificazione dei pigmenti utilizzati, macchinari e idoneità dell’operatore.

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